{"id":373,"date":"2021-10-14T13:01:44","date_gmt":"2021-10-14T13:01:44","guid":{"rendered":"https:\/\/www.giorgiafiorio.com\/?p=373"},"modified":"2021-10-23T07:45:58","modified_gmt":"2021-10-23T07:45:58","slug":"le-figure-della-fotografia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.giorgiafiorio.com\/le-figure-della-fotografia\/","title":{"rendered":"Le figure della fotografia*"},"content":{"rendered":"\n

Il pugilato, la miniera, l\u2019esercito, la corrida, gli incendi, il mare: questi termini designano il contesto dele varie tematiche documentarie trattate da Giorgia Fiorio. Ma valgono, per questo, a descrivere il vero soggetto delle fotografie? Non sarebbe pi\u00f9 giusto parlare di pugili, minatori, soldati, toreri, pompieri, marinai e, dunque, uomini? Gruppi che, nella fattispecie, sono stati metodicamente esplorati dalla fotografa. Il suo lavoro non mette forse anche in evidenza ci\u00f2 che lega questi uomini ai diversi elementi al cui contatto essi costruiscono la propria esistenza? Rapporto simbiotico con la terra, l\u2019acqua e il fuoco, ma anche con l\u2019animale o, ancora, pi\u00f9 astrattamente, con l\u2019idea di un nemico da combattere. Percepibile nelle immagini vi \u00e8 infine quello spirito comunitario che si traduce in gesti e atteggiamenti solidali, complici. E questa familiarit\u00e0, talvolta intimit\u00e0, che Giorgia Fiorio fa vedere, passa innanzitutto attraverso l\u2019immagine del corpo. Perch\u00e9, prima di qualsiasi considerazione sulla condizione o personalit\u00e0 di questi uomini, \u00e8 il corpo che crea la figura centrale, la pietra angolare del progetto fotografico, figura che chiaramente non va in tal caso intesa in senso restrittivo, limitato a un\u2019idea di \u201cfigura\u201d del volto, tanto pi\u00f9 che i personaggi di questa grande galleria di immagini rimangono anonimi. Nell\u2019istante della fotografia il corpo \u00e8 staccato dal suo contesto o, al contrario, ne \u00e8 strettamente embricato; \u00e8 denudato oppure vestito di ornamenti magnifici. In breve, esso impartisce il ritmo di ciascuna delle sequenze di questo progetto. Regge la figura del discorso, ne \u00e8 lo strumento, cos\u00ec come lo \u00e8 la parola nella frase. Un discorso che \u00e8 innanzitutto visivo, plastico. La fotografia sublima le forme di questi diversi corpi offerto alla fotografia, come pure il loro profilo e il loro volume; essa coglie attimi significativi del loro movimento. Qualit\u00e0 favorita da un senso molto sicuro della luce, da una padronanza del bianco e nero, dei suoi valori e sfumature, da una precisione nell\u2019inquadratura e nella composizione. Ma dietro la magnificenza di questi corpi \u00e8 possibile scorgere indizi che rimandano a valori morali e a sentimenti, ossia frammenti di umanit\u00e0: il coraggio, la sopportazione o, al contrario, il dubbio, l\u2019apprensione, la solitudine dinanzi alla prova. C\u2019\u00e8 anche amicizia, felicit\u00e0 condivisa. Alcune fotografie abbozzano persino un racconto. Resta il fatto che la maggior parte di esse descrive o evoca la prestazione fisica di questi individui. Le figure del corpo disegnano la forza, la potenza. E la scelta di ciascuna delle corporazioni \u2014 si osservi che \u201ccorporazione\u201d racchiude il termine \u201ccorpo\u201d \u2014 si affida a una visione archetipica della forza maschile. Chi meglio del soldato, del pompiere o del pugile pu\u00f2 mai incarnare questa forza? Tutto converge in un medesimo senso: sono all\u2019opera la disciplina, sia personale sia collettiva, e la gerarchia; degli uomini che appartengono a queste comunit\u00e0 esse fanno gli elementi si un sistema che non potrebbe venir meno. La fotografia illustra questa perfezione; non reca traccia di alcun difetto, di alcuno scarto di condotta. Nessun granello di sabbia s\u2019insinua in questo meccanismo umano.<\/p>\n\n\n\n

Nel progetto intitolato Il dono<\/em>, che Giorgia Fiorio affronter\u00e0 pi\u00f9 tardi, troviamo lo stesso carattere metodico dell\u2019indagine documentaria, la stessa avventura in seno alle comunit\u00e0 disperse qua e l\u00e0 nel mondo, lo stesso gusto per il lavoro elaborato su un lungo arco di tempo: quasi dieci anni per portare a compimento ogni progetto. Ritroviamo lo stesso interesse che la fotografia ha per gli universi chiusi e obbedienti a regole rigide.<\/p>\n\n\n\n

La figura del corpo \u00e8 ancora una volta messa in primo piano. Ma la differenza sta in questo caso nel suo motivo \u2014 il termine va preso nei suoi molteplici significati: il soggetto dell\u2019immagine, ci\u00f2 che \u00e8 alla sua origine, o perfino il principio di ripetizione. Differiscono anche il destino dei personaggi fotografati e il contesto in cui evolvono. Il corpo \u00e8 attraversato da altre energie, pi\u00f9 spirituali che fisiche. Si potrebbe anche immaginare un gioco dei contrari: nel primo caso \u2014 quello delle comunit\u00e0 maschili \u2014 la forza morale \u00e8 al servizio della potenza fisica, mentre nel \u201cterritorio\u201d affrontato successivamente da Giorgia Fiorio il controllo del corpo \u00e8 in funzione di un percorso spirituale, di ordine religioso. Resta da accennare ora al concetto di figura da un punto i vista retorico. A detta dei semiologi, sempre la fotografia d\u2019autore, cos\u00ec come il testo letterario, poggia su una forma di retorica. \u00c8 di fatto portatrice di simboli, di metafore che rimandano a realt\u00e0 inscrivibili fuori del campo dell\u2019inquadratura, fuori della sua cornice, oppure ad astrazioni: evoca allora ci\u00f2 che non appartiene necessariamente all\u2019ordine del visibile. Pi\u00f9 in generale, il senso di un\u2019opera fotografica si gioca anche dietro le immagini o fra le immagini, in ci\u00f2 che si pu\u00f2 leggere fra le righe, in un intertesto. Qual \u00e8 allora il punto su questo vasto corpus<\/em> visivo messo insieme da Giorgia Fiorio? Che cosa la fotografia spera di consegnarci al di l\u00e0 di una testimonianza documentaria su queste comunit\u00e0 di pugili, minatori, soldati, torte, pompieri e marinai? Evidentemente non si tratta neppure di un punto di vista tendente a idealizzare il genere maschile. Alla luce dei progetti che seguiranno, questo lavoro appare pi\u00f9 come una tappa di una lunga ricerca finalizzata alla comprensione dell\u2019essere umano, della qual la fotografia \u00e8 lo strumenti.<\/p>\n\n\n\n

*In francese il termine \u201cfigure\u201d indica sia figura sia volto. Nel testo l\u2019autore gioca su questo doppio significato.<\/p>\n\n\n\n

Gabriel Bauret, Le figure della fotografia<\/em>, in FIGUR\u00c6, di Giorgia Fiorio, traduzione di Viviana Tonon, Venezia, Marsilio Editori, 2013<\/p>\n\n\n\n

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